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Arresto della giornalista Cecilia Sala in Iran: una situazione critica

  • La reporter Cecilia Sala è stata trattenuta a Teheran, la capitale dell'Iran, dove adesso è rinchiusa nella prigione di Evin, nota per detenere oppositori politici. Questo evento ha generato notevole preoccupazione sia in Italia che all'estero, spingendo le autorità italiane a mobilitarsi urgentemente.

    Su incarico di Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri, l'ambasciata e il consolato italiani a Teheran hanno iniziato a seguire il caso con grande attenzione. Inoltre, è stato instaurato un dialogo con le autorità iraniane per chiarire la posizione legale di Sala e assicurarsi sulle sue condizioni di detenzione.

    Una situazione di forte delicatezza

    Oggi l'ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, ha fatto visita a Sala per verificare di persona le sue condizioni di salute. La famiglia è stata aggiornata sui risultati di questa visita consolare. Prima di tale incontro, Sala aveva potuto fare solo due brevi telefonate ai suoi familiari. Per rispetto e discrezione, la Farnesina ha richiesto alla stampa di non pubblicizzare troppo la vicenda, per non ostacolare i tentativi di risoluzione rapida del caso.

    Il giorno del suo arresto, Cecilia Sala era stata messa in una cella di isolamento, una settimana prima della visita ufficiale italiana. Non è stato ancora chiarito pubblicamente il motivo del suo arresto.

    Secondo le informazioni fornite dal suo datore di lavoro, Chora Media, Sala era partita per l'Iran il 12 dicembre con tutte le autorizzazioni necessarie e durante il suo soggiorno stava lavorando a una serie di interviste e episodi per il suo podcast. Era previsto il suo ritorno a Roma il 20 dicembre, ma il giorno prima, dopo un ultimo scambio di messaggi, il suo cellulare smise di trasmettere segnale.

    La situazione è divenuta ancora più grave quando, dopo ore di silenzio, Sala riuscì a fare una breve chiamata alla madre durante la quale confermò il suo arresto e il trasferimento in prigione. Da quel momento, le autorità italiane hanno intensificato gli sforzi per comprendere le cause dell'arresto e lavorare per la sua liberazione.

    A distanza di otto giorni dall'arresto, Sala ha finalmente ricevuto la visita dell'ambasciatrice italiana, che ha potuto constatare le condizioni in cui si trovava. Chora Media ha espresso in una nota la necessità di un'azione forte da parte di Italia e Europa per opporsi a questo arresto ingiustificato e ha lanciato una campagna di sensibilizzazione #FreeCecilia per la sua immediata liberazione.

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