L'arrivo dell'estate, oltre a portare il desiderio di godere del bel tempo, solleva nuove preoccupazioni per la salute pubblica in Italia, soprattutto nelle periferie urbane e nelle zone costiere. Uno studio condotto dalla Fondazione Bruno Kessler e dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il ministero della Salute e le Regioni-Province autonome e pubblicato su Nature Communications, ha evidenziato il rischio di focolai di dengue e chikungunya.
La ricerca ha analizzato gli episodi di trasmissione locale di questi virus dal 2006 al 2023, dimostrando come i modelli matematici siano utili per stimare la diffusione del virus trasmesso dalla zanzara tigre, Aedes Albopictus. I focolai esaminati includono Montecchio, Castiglione d'Adda e Roma per la dengue, e Castiglione di Cervia, Anzio e Guardavalle per la chikungunya, con un totale di 1.435 casi importati di dengue e 142 di chikungunya nel periodo analizzato.
Italia, allarme per virus dengue e chikungunya: come si contrae
La maggior parte delle infezioni da dengue sono state contratte in Thailandia, Cuba, India e Maldive, mentre i casi di chikungunya provengono principalmente da India, Repubblica Dominicana, Brasile e Thailandia. In Italia, sono stati registrati 388 casi autoctoni di dengue e 93 di chikungunya, identificando queste aree come ad alto rischio.
Secondo gli autori dello studio, l'importanza della prevenzione e del monitoraggio è cruciale, come sottolineato da Marco Di Luca, entomologo dell'Istituto superiore di sanità. Egli ritiene che le malattie si diffondano principalmente per il rientro di soggetti malati dall'estero, che possono innescare trasmissioni locali in condizioni favorevoli.
Per combattere la diffusione dei virus, è essenziale che i medici di base riconoscano prontamente i sintomi sospetti e che la popolazione adotti misure preventive come l'uso di repellenti, abbigliamento appropriato, insetticidi e zanzariere.
Infine, è importante eliminare i possibili focolai di proliferazione delle zanzare, rimuovendo i ristagni d'acqua e trattando i tombini con insetticidi. Marco Di Luca conclude sottolineando l'importanza di una disinfestazione professionale nei casi più gravi per mantenere le aree sicure dalla diffusione di dengue e chikungunya.