Pensieri

A volte, non si tratta affatto di noi...

In una famiglia di contadini, un barile di cavolo era coperto da un dipinto di Rembrandt. Cosa abbastanza utile; utile in fattoria. I vecchi libri, con meravigliose incisioni, durante la rivoluzione furono autorizzati a rotolare ed i soldati si sono lamentarono che la carta era ruvida: "Carta spazzatura!" Così, succede con le persone.

Una persona meravigliosa, interessante, viene lasciata sola, facendo un duro lavoro noioso fino a comunicare con persone che non la capiscono.  Considerano persino strano e scomodo comunicare. In effetti, è scomodo inchiodare le unghie SU un vaso di cristallo... Bere il tè, sbuffare e sorseggiare, è scomodo da esso; però il punto non è nel vaso in sé, o il libro, o il dipinto. Forse, semplicemente non sei apprezzato. Molte persone, infatti, non possono apprezzare, non sanno come, non ci provano nemmeno e quindi non c'è nessuno con cui essere amico, con cui parlare da cuore a cuore, non c'è nessuno da amare e non c'è nessuno da amare perché l'amore è impossibile senza la comprensione.

La solitudine spirituale è il peggior tipo di solitudine. Non dobbiamo cambiare noi stessi, come spesso viene consigliato, ma cambiare l'ambiente. Cerca quelli che sanno molto sulle immagini e conoscono chi è Rembrandt. Quelli che non strappano i libri in rotoli.   

A volte la causa della sofferenza e della solitudine non è affatto nella persona stessa, ma dobbiamo ricordarci comunque del libero arbitrio. C'è una scelta. Siamo persone reali, a differenza di immagini e libri. Possiamo andare a cercare il nostro e/o coloro che apprezzeranno e capiranno.   

La persona non necessaria diventerà felice e circondata da amore e attenzione. Succede spesso. Sulla tela oscurata appariranno meravigliosi contorni del vero volto e dell'anima, per la gioia di tutti. La cosa principale è cercare la tua persona. Il tuo "io".  

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