È una storia di violenze, di abusi e di privazioni quella emersa da un'inchiesta della procura di Roma che vede indagate 2 persone, entrambi cittadini di origine cinese. Sono i genitori della vittima, una bambina di soli 9 anni costretta a lavorare nel negozio di famiglia e a subire gli stupri del papà. Un calvario durato per ben 10 anni dove la minore, invece di giocare con i coetanei o a fare sport, era costretta a uno stillicidio quotidiano, fatto di lavori forzati – fino a 12 ore al giorno passate nel negozio di famiglia – e abusi sessuali.
Poi a 19 anni quella ragazza ha trovato la forza di fuggire da quell’incubo e denunciare. Una storia tremenda che si è perpetrata negli anni a Roma e che è stata raccontata dal quotidiano “La Repubblica”. Il 23 dicembre scorso ha trovato il coraggio di bussare alla porta di un centro antiviolenza e denunciare l'orrore vissuto. Il 7 gennaio ha raccontato tutto alla polizia. Fatti poi anche confermati durante un’audizione protetta durante la quale la giovane ha raccontato il suo incubo iniziato in quella famiglia di origine cinese nel 2012. Le insegnanti a scuola, nel liceo che frequentava si erano accorti che qualcosa non andava: la ragazzina più cresceva più si chiudeva in se stessa. Mai avrebbero potuto immaginare quella tragedia immane.
Dopo 10 anni di questo incubo la ragazzina è scappata. Ha trovato rifugio in un centro anti violenza e ha trovato la forza di denunciare grazie al supporto delle operatrici. Intanto i genitori avevano denunciato la sua scomparsa anche all’ambasciata cinese. Poi un giorno a casa hanno bussato gli investigatori: non erano andati lì per riportargli la figlia scomparsa ma per notificargli un divieto di avvicinamento a quella bambina che avrebbero dovuto proteggere. Adesso i pm romani accusano i due genitori di maltrattamenti e il padre di violenza sessuale.
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