Curiosità

Quelle 21 difficoltà che solo i ritardatari cronici capiscono

  • La settimana scorsa avevo un appuntamento. Dovevamo incontrarci in un ristorante alle sette di sera. Così alle sette di sera, trovandomi ancora a parecchi chilometri di distanza dal ristorante, ho inviato un messaggio al tipo, dicendogli: "Forse questo è il momento giusto per accennare al fatto che appartengo all'irritante categoria dei ritardatari perenni".

    Bel modo di dare una buona prima impressione di sé, no? Il fatto è che io ero veramente convinta che sarei arrivata in orario. Anzi, pensavo che sarei arrivata in anticipo.

    Alla fine ero in ritardo per una vasta gamma di ragioni diverse: i miei capelli erano scompigliati, i miei ragazzi avevano avvertito l'urgente necessità di raccontarmi una lunga e complicata storia sulla caccia al Bigfoot, e questo nel momento stesso in cui stavo per prender l'uscio di casa, il luogo dell'appuntamento era a tre quarti d'ora di distanza da dove mi trovavo, nel frattempo mi ero persa, avevo dovuto fermarmi al passaggio a livello ad aspettare che passasse un treno, e al contempo mi ero ritrovata ad affrontare il paradosso del "tempo extra".

    La difficoltà è oggettiva, ragazzi, non c'è niente da fare.

    Ecco dunque le 21 difficoltà tipiche dei ritardatari cronici.

    1. Non lo facciamo a posta.

    Il nostro obiettivo non è quello di farvi uscire dalla grazia di dio a furia d'aspettarci. Almeno, di solito non lo è, sebbene immagini che fra noi ci sia anche chi adopera il ritardo come punizione per alcuni di voi. Come dite? Non ho detto d'averlo mai fatto! Il punto è che tutto ciò non ha niente a che fare con voi. Ve lo garantisco.

    2. Non siamo bravi ad amministrare il nostro tempo.

    La gente pensa che del loro tempo a noi non importi. Non è che non diamo valore al vostro tempo; è solo che non siamo molto bravi ad amministrare il nostro. Abbiamo come l'impressione di riuscire a prepararci in una mezz'oretta. Poi non va mai a finire così, ma noi comunque coltiviamo l'ottimismo che un giorno ci sarà un glitch nello spazio-tempo, e la cosa funzionerà.

    3. I nostri amici non si fidano di noi.

    I nostri amici sanno che quando gli stiamo scrivendo: "Arriviamo fra dieci minuti" in realtà vuol dire: "Mi sto convincendo a spegnere Netflix per buttarmi sotto la doccia".

    4. Di soliti ci sforziamo d'esser puntuali. Sul serio.

    È solo che quella di varcare la porta di casa è un'operazione davvero onerosa. Ci sono dei contrattempi... come Facebook, ad esempio.

    5. Se abbiamo dei figli, inevitabilmente finiremo per arrivare tardi.

    Più piccoli sono, più tardi faremo. Succede. Nel momento stesso in cui stiamo per mettere un piede fuori dalla porta, dovremo aiutarli a dare la caccia a un criceto fuggitivo, soffermarci a illustrare il teorema di Pitagora, perché la maestra ha assegnato loro venti pagine di compiti di matematica da consegnare giusto domani, o consolare nostra figlia, il cui amico immaginario si rifiuta di giocare con lei. È la #VitaDaGenitore.

    6. Teniamo a presentarci al meglio.

    Il look giusto richiede tempo. Prima d'uscire devo applicare dodici strati di mascara e cambiarmi almeno otto volte d'abito. E non dimentichiamo la guerra costante per decidere che cosa fare dei miei capelli -- lisciarmeli, per poi stabilire che è troppo umido e sembro Roseanne Rosannadanna, arricciarmeli, per poi rendermi conto che così è ancora peggio, quindi lavarli e ricominciare, spalmarci sopra un quarto di crema appiccicosa, per poi lisciarli daccapo.

    Dovreste esser lieti che ci teniamo tanto al nostro aspetto, quando ci vediamo.

    7. Abbiamo paura di sembrare degli sfigati.

    Sapete che cosa succede quando si arriva puntuali? Magari voi siete i primi ad arrivare! A quel punto vi tocca tirar fuori il cellulare e andare a scorrere la lista dei contatti, smessaggiando amici a casaccio per non dare l'impressione di essere degli sfigati che se ne stanno per conto proprio.

    "Lo so che non ci sentiamo da quattro mesi, ma come stai? Oh, aspetta un attimo, come non detto. È arrivata la persona che aspettavo". Che imbarazzo.

    8. Vogliamo una scusa nel caso ci diano buca.

    Se noi arriviamo in tempo e la persona con cui dovevamo uscire, o gli amici, non si fanno vedere, potremmo ritrovarci seduti a fingere di mandare dei messaggi, a bere, e a mangiare una quantità di grissini dal peso pari o superiore al nostro per ore e ore, prima di renderci conto che c'è stata data buca. Se invece arriviamo in ritardo e i nostri amici non ci sono, a quel punto possiamo far finta di averli mancati per un soffio. Sapete, dato che eravamo in ritardo...

    9. Le nostre sveglie non funzionano.

    Le nostre sveglie sono dotate di un tasto che si chiama "snooze". Quando lo premi ottieni altri nove minuti di sonno. Tutto chiaro fin qui? Se lo premi una seconda volta, ne conquisti diciotto. Con una terza pressione t'assicuri quasi mezz'ora. E la cosa può andare avanti all'infinito.

    10. La gente si raccomanda sempre che arriviamo prima.

    Quando la gente vuole che ci troviamo da qualche parte alle sette e mezza di sera, ci chiede sempre d'arrivare alle sette, ma il trucco funziona solo la prima e magari la seconda volta, finché poi non li sgamiamo, e a quel punto cominciamo ad aggiungere una mezz'ora all'orario che ci date.

    11. Arrivare puntuali sconvolge tutti.

    Nelle rare occasioni in cui poi ci presentiamo davvero in orario, la gente ci guarda come farebbe con Barney (il grosso dinosauro viola) se si fosse presentato alla festa. "Ma come? Beh? Che ci fai qui?".

    12. A volte c'è traffico.

    A volte in tempo ci arriveremmo sul serio, solo che per strada ci sono troppe automobili. Se ne avessi una volante, probabilmente in ritardo non ci arriverei mai, ma siccome quando chiedo d'acquistare una Chitty Chitty Bang Bang i concessionari d'auto mi guardano sempre male, dubito che ciò possa mai accadere.

    13. Ci distraiamo facilmente.

    Fra di noi c'è chi non è in grado d'uscire di casa senza far caso a quel cumulo di biancheria da piegare. E mentre la pieghiamo, ci sovviene il fatto che stiamo finendo il sapone da bucato, così corriamo in cucina per aggiungerlo alla lista della spesa, e in quell'istante ci rendiamo conto che la lavastoviglie è ancora da svuotare. A questo punto ormai ve ne sarete fatti un'idea.

    14. Il tempo extra a disposizione non ci fa bene.

    Avete presente l'appuntamento di cui vi stavo parlando? Originariamente dovevamo incontrarci alle sei e mezza. Ma siccome lui sapeva che per me sarebbe stato difficile farcela, mi aveva proposto le sette. Potreste supporre che concedere al ritardatario una mezz'ora di tempo in più potrebbe essere una cosa buona, no?

    E invece io ho pensato: "Evvai! Ho a disposizione mezz'ora di tempo in più per prepararmi. Un fraaaacco di tempo!". Adesso posso prendermela comoda, perché ho MEZZ'ORA IN PIU'! Non avevo programmato di dare lo smalto alle unghie, ma adesso che ho mezz'ora in più, vai col polish. Il tempo extra a disposizione è sempre un boomerang.

    15. Abbiamo smesso di cercare delle giustificazioni per i nostri ritardi.

    "Dovevo portare il mio cane dal veterinario".

    "Credevo che il tuo cane fosse morto, e che fosse proprio quella la ragione per cui eri in ritardo, il mese scorso".

    "Ah già. Beh, adesso ho un altro cane".

    A un certo punto ci arrendiamo, perché tutti sono consapevoli delle cavolate che c'inventiamo, e se siamo in ritardo è perché siamo fatti così.

    16. Arriviamo in orario una volta l'anno.

    In autunno, quando in teoria dovremmo portare indietro le lancette dell'orologio, ma noi ce ne dimentichiamo perché siamo dei pigroni di tipo B, il giorno dopo siamo miracolosamente puntuali.

    17. Se la cosa è davvero, davvero importante, con un po' di programmazione in più possiamo farcela, ad arrivare in tempo.

    Ad esempio la settimana scorsa dovevo accompagnare mio figlio in ospedale per un'operazione alle undici di mattina. Ho programmato l'uscita di casa alle 8. Sono arrivata alle 11:20. Voilà! Puntuale... più o meno.

    18. "Puntuale" per noi significa qualcos'altro.

    "Puntuale" significa stare nei venti minuti. Se l'appuntamento è alle 7 e noi arriviamo alle sette e venti, tecnicamente siamo "puntuali". Perché viviamo in un mondo in cui i numeri non significano niente.

    19. Quando arriviamo in orario è motivo di festeggiamento.

    Quando arriviamo al lavoro in tempo, e non c'è nessuno a farci caso, avvertiamo quest'impellente necessità di telefonare a tutti i colleghi per assicurarci che sappiano che siamo arrivati puntuali.

    20. Le ciambelle sono la chiave.

    Se non lo facciamo è perché da qualche parte nelle nostre menti contorte ci siamo convinti del fatto che nessuno si sia mai accorto che arriviamo tardi ogni giorno. Credo d'esser arrivata a formarmi questa convinzione molti anni fa quando arrivavo tardi al lavoro ogni giorno. Il mio capo faceva finta di non accorgersene perché ogni giorno gli portavo delle ciambelle. Quell'anno lui è ingrassato di dieci chili, e io ho conservato il posto.

    21. Siamo persone piuttosto rilassanti.

    Infine, i ritardatari perpetui tendono ad avere delle personalità di tipo B. La buona notizia è che se siete voi a fare tardi, a noi la cosa non disturba affatto. Con tutta probabilità non ce ne accorgeremo nemmeno. Del resto saremo ancora a casa, a pettinarci, a consultare Facebook, e a piegare la biancheria.

    Questo post è stato pubblicato su HuffPostUsa ed è stato tradotto da Stefano Pitrelli

    Tags
    sonnodormire
    COMMENTA